A cura della Redazione F&T
La Commissione europea lancia il suo piano contro il greenwashing: le aziende europee saranno chiamate a offrire prove scientifiche per garantire che le etichette eco, bio, o a ridotta impronta climatica sui loro prodotti siano veritiere, affidabili, e comparabili in tutta l'Unione.
E contro le dichiarazioni infondate gli Stati membri potranno comminare sanzione amministrative "deterrenti", incluse le multe. Le nuove regole comuni sono contenute nella Direttiva Green Claims presentata il 23 marzo 2023 da Bruxelles.
L'obiettivo è tutelare i consumatori e gli operatori economici impegnati ad accelerare la transizione verde.
Il 53,3% delle dichiarazioni green sui prodotti fatte dalle aziende esaminate nell'UE è risultato vago, fuorviante o infondato, e quasi il 40% privo di fondamento.
L'UE, nel tentativo di contrastare il greenwashing, si concentra nel dettaglio sulle etichette che riportano le diciture ecologico, climate neutral, carbon neutral, oppure '100% CO2 compensato, biodegradabile, compostabile, bio-based. Oppure, ancora: realizzato con compensazione di CO2, imballo realizzato con il 30% di plastica riciclata.
L'esecutivo UE chiede alle aziende di fornire "prove scientifiche ampiamente riconosciute" che "dimostrino la veridicità" di quanto dichiarato dal punto di vista di tutto il ciclo di vita del prodotto, compreso lo smaltimento.
Sono invece escluse le indicazioni come l'Ecolabel già coperte dalle norme UE, o il logo degli alimenti biologici.
Fonte: ANSA
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